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L'Azienda 

L'embrione dell'AASS

Nei primi anni del secolo qualcuno aveva già pensato a qualcosa di molto simile all'Azienda di Stato. Nel 1908 l'ingegner Pio Venturini, cittadino sammarinese residente a Firenze, presenta al Consiglio Grande e Generale un proprio progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico. L'ipotesi viene bocciata ma, quattro anni più tardi, Venturini torna a perorare la nascita di un vero e proprio Ente Pubblico. Nei suoi intenti esso deve avere la connotazione di un Ente Autonomo Governativo e assumere la denominazione "L'Industria Sammarinese".

Egli crede così fermamente alla sua idea ed è così certa del buon risultato che, nella lettera inviata alla Reggenza ed al Consiglio Grande e Generale per convincere l'Assemblea della validità del suo progetto, scrive: "La mia proposta di accettare la carica di Consigliere delegato e Direttore senza stipendio, con la sola partecipazione agli utili e con l'obbligo di partecipare alle perdite in ragione del 40% vi devono persuadere facilmente che mi rivolgo a Voi mosso più dal sentimento di dovere di buon cittadino che da interesse personale".

Al presidente della Commissione Governativa per l'Acquedotto, Venturini spiega ragioni e opportunità della costituzione dell'Ente Autonomo Governativo. Nell'ultima parte dello scritto inviato da Firenze e datato 8 marzo 1913, vi è un passo significativo che è opportuno mettere in rilievo. È qui che l'ingegner Venturini rimarca la sua profonda convinzione della validità del suo progetto e sostiene la necessità di arrivare all'istituzione di un Ente pubblico:

"... per il bene della Repubblica, nell'interesse del Governo e dei Cittadini, il Consiglio Grande e Generale deve costituire un Ente Autonomo con il nome "L'Industria Sammarinese" che, costruendo una centrale termoelettrica ( oppure, soltanto in via subordinata, acquistando energia dalla Società Adriatica) abbia lo scopo immediato di provvedere all'impianto ed alla distribuzione in Repubblica dell'energia elettrica per la luce e forza motrice e dell'acqua dalle sorgenti di Canepa o di Fiorentino; ed abbia inoltre lo scopo diretto di promuovere e favorire l'istituzione e lo sviluppo di piccole industrie, fornendo la forza motrice a buon mercato. Qualora la commissione si pronunciasse in massima favorevole alla istituzione dell'Ente autonomo governativo, tengo a sua disposizione una proposta dello statuto dell’ente da me studiata. Qualora non si volesse la Statalizzazione dei due servizi acqua e luce, come io propongo e sostengo, poiché il manifesto sopra citato della Commissione non stabilisce alcun limite alla richiesta da parte del Governo né per l'energia dell'illuminazione pubblica, né per i metri cubi d'acqua da distribuirsi, mi riserbo di presentare come privato un'offerta di appalto per l'impianto e l'esercizio dei due servizi acqua e luce, quando venissero pubblicamente fissati gli estremi per questi capitolati di appalto".

Nella descrizione del progetto idroelettrico, l'ing. Venturini precisa che occorre decidere prima se, all'esercizio delle distribuzioni, si vuole unire la centrale di produzione autonoma dell'energia elettrica o se, invece, si ritiene di acquistare energia dalla Società Adriatica. "Sarebbe un errore gravissimo - scrive nella relazione - disgiungere l'esercizio acqua da quello della luce, perché una sola amministrazione ed un solo personale può bastare ai due servizi uniti, e gli utili dell'esercizio luce e forza motrice elettrica servono a coprire in parte le spese per l'esercizio acqua. Se l'impianto del sollevamento acqua fosse disgiunto da quello della luce, diverrebbe tanto oneroso quasi quanto il progetto di derivazione dalle Antille; e così pure l'esercizio luce autonomo e isolato, sarebbe passivo, precisamente come avviene in piccoli centri e come ha dimostrato l'esito negativo di precedenti trattative nonostante il Governo avesse offerto L. 4.500 all'anno per la sola luce elettrica pubblica".

Secondo il dettagliato preventivo di spesa Venturini ipotizza un costo di L. 70.000 per la centrale termoelettrica, compresi macchinari e fabbricato. L'impianto invece per la distribuzione della luce e dell'acqua costerebbe L. 225.000 che potrebbero scendere a 200.000 se si decidesse di utilizzare la fonte di Canepa per l'approvvigionamento.

 

 

 


Data 13/09/2018Torna indietro

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