Nell'agosto del 1919 il Governo sammarinese stipula un contratto per la fornitura di energia elettrica con la Società Adriatica e dieci anni più tardi, nel luglio del 1929, apre la trattativa per un nuovo contratto, questa volta con la Società Idroelettrica Alto Savio. La concessionaria titolare è ancora la Società Adriatica di Elettricità e la Società Elettrica Romagnola è sub-concessionaria non autorizzata, ma sembra esistere una tacita intesa tra le imprese fornitrici di energia affinché l'Alto Savio diventi la titolare della concessione. Si apre una trattativa destinata a protrarsi nel tempo a causa di un mancato accordo sulle tariffe: la Società Alto Savio si impegna a garantire l'energia elettrica per l'illuminazione pubblica e degli edifici, sia pubblici sia di enti dipendenti, a 30 centesimi ogni Chilowattora, mentre per la forza motrice chiede l'innalzamento da 6 a 20 centesimi per i quantitativi oltre il limite prefissato.
Le parti non concordano proprio su questo punto, sull'entità cioè dei consumi oltre i quali si dovrà applicare la tariffa maggiorata. Un altro ostacolo da superare per la definizione del contratto di concessione è costituito dalla richiesta dell'Alto Savio di fare capo al foro italiano per ogni controversia. È un'impostazione inaccettabile per il governo sammarinese.
Nel frattempo la Società Adriatica chiede lemissione di una dichiarazione di pubblica utilità per la prevista realizzazione della linea di media tensione che dovrà partire da Borgo Maggiore ed arrivare fino alla località "Polveriera". Una richiesta motivata dalla vicinanza della linea alla borgata di Acquaviva, che in seguito potrà essere allacciata e dal fatto che essa esca dal territorio della Repubblica in prossimità di un incrocio stradale ritenuto importante per lo sviluppo futuro di industrie sammarinesi o il commercio con l'alta valle del Marecchia.
Sono questi gli anni del prolungamento della linea elettrica dai castelli principali, Borgo e Città, a quelli più periferici. L'energia arriva anche alle piccole frazioni, come Bandirola e Cerbaiola di Montegiardino, Maiano di San Giovanni, Valdragone di sotto, e Cà Berlone solo per citarne alcune. Il 20 luglio 1933 la direzione della Società Idroelettrica dell'Alto Savio scrive al Governo della Repubblica di San Marino per evidenziare una richiesta pressante di allacciamento che arriva da Valle Sant'Anastasio e Montegrimano". Il 29 Agosto del 1933 viene concesso l'allacciamento "in via precaria e senza responsabilità". Negli anni successivi si moltiplicano le richieste di ampliamento per assicurare energia a tutte le frazioni e alle singole abitazioni.