Un sistema organizzato di raccolta e smaltimento dei rifiuti si concretizza, nella Repubblica di San Marino, intorno agli anni '70. Fortemente caratterizzata come comunità rurale, la collettività sammarinese aveva, prima di allora, una produzione di "rifiuto" molto più bassa di quella attuale e procedeva, praticamente per cultura, al riciclaggio: i residui di una qualunque lavorazione andavano cioè ad alimentare altri tipi di processo naturale.
Nella seconda metà del 1300, agivano sul Titano i Superstites Viarium, soprastanti delle strade eletti ogni sei mesi. A loro competeva la vigilanza sui privati cittadini affinché mantenessero il decoro delle strade, in caso contrario essi avevano facoltà di denunciare all'autorità giudiziaria coloro che sporcavano le pubbliche vie. Verso la fine del 1800 questa figura viene sostituita da quella di Cantoniere che, oltre ad essere incaricato della manutenzione di un preciso tratto di strada, deve vigilare per prevenire il deposito di immondizie.
Il 27 agosto 1910 il Consiglio Grande e Generale emana il regolamento per la nettezza delle vie e delle piazze di Città e Borgo, il quale prevede per la prima volta nella legislazione della Repubblica la figura dello "spazzino" che "deve essere nominato a maggioranza dal Consiglio Grande e Generale in seguito a regolare concorso fra operai sammarinesi delletà dai 18 ai 30 anni, di sana e robusta costituzione, di irreprensibile condotta e non dediti all'ubriachezza".
Gli incaricati inizialmente sono due e vengono assegnati a svolgere servizio in Città e in Borgo. Cinque anni dopo viene deciso di estendere il servizio igiene urbana alle abitazioni e gli spazzini si occupano della raccolta di immondizie direttamente a casa di quegli utenti che ne fanno esplicita richiesta. Il servizio viene effettuato nelle prime ore del mattino. È un'innovazione importante che segna un passaggio significativo nella vita dei cittadini sammarinesi: fino a quel momento, infatti, essi avevano l'onere di provvedere da soli allo smaltimento dei propri rifiuti, con tutte le comprensibili difficoltà del caso; ora invece, per la prima volta, lo Stato partecipa alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Considerato il tenore di vita dell'epoca, i rifiuti prodotti sono ben poca cosa, soprattutto se rapportati ad oggi, ma la partecipazione pubblica consente di assicurare un loro corretto smaltimento e di ampliare la gamma dei servizi offerti al cittadino.